Il mio medico mi ha detto che ho un dolore cronico: cosa significa?
Il dolore cronico è un termine ampio, che spesso descrive un dolore che dura da tre fino a sei mesi almeno oppure un dolore oltre il punto di guarigione dei tessuti.
Alcune forme di dolore cronico possono essere collegate a una causa identificabile, come la malattia degenerativa del disco, la stenosi spinale o la spondilolistesi. Altre forme di dolore non hanno cause note o intese, come la fibromialgia o il dolore neuropatico (dolore nervoso).
Combattere il dolore cronico è una lotta per tutta la vita per molti.
Il dolore diventa cronico nel momento in cui sovverte la normale struttura fisiologica dell'organo in cui si sviluppa, ovvero si "struttura".
Il dolore nelle prime fasi "fluttua", va e viene, poi diventa negli anni resistente, difficile da trattare.
Esempio fasi maldischiena
Col passare degli anni si avverte piano piano qualche blocco lombare acuto, poi col passere del tempo dolori, che con l'aiuto di qualche medicina "forte", con qualche seduta di terapia fisica, con qualche massaggio o sblocco, con un pò di ozono qua e là e magari Tac guidato, passano.
E si sentenzia: " Sono guarito!"
Sbagliato!! Il dolore si sta strutturando, sta modificando il funzionamento fisiologico di un sistema. Poi niente più funziona e non è possibile più tornare indietro.
La Medicina va alla ricerca del danno, della diagnosi oggettivabile.
La Risonanza: vede il sovvertimento della normale fisiologia dell'organo (basterebbe la vecchia Radiografia, ma il "progresso spinge")...poi è troppo tardi per tornare indietro.
Ecco spiegata la ragione per cui molti trattamentti sintomatici poi, nel tempo (servono anni!), non funzionano più!
Per fortuna che c'è sempre pronta l'opzione chirurgica veloce, immediata al posto della lenta, impegnativa e fluttuante riabilitazione posturale